lunedì 24 dicembre 2012

Prima Sveglia di Pittura - MYSTERIUM FELICITATIS - Il mistero della felicità -



L’11 gennaio, alle ore 19.00 presso la sala del Giubielo, si apre una delle mostre più interessanti degli ultimi tempi. Finalmente, dopo l’espluà nella 62 esima Settimana Liturgica Nazionale, sbarca ufficialmente a Trieste la mostra Mysterium Felicitatis, il mistero della felicità, ideata e curata dall’artista triestino Lukarich Francesco. Nata come una mostra catechetica, porta lo spettatore ad una riflessione profonda su dove si celi la vera felicità, il senso della vita e la gioia del vivere. La mostra si presenta come un elemento innovativo a livello mondiale e i presupposti per l’evento sono ragguardevoli. L’innovazione che porta in campo artistico e spirituale, la nuova visione dell’arte, ma soprattutto la sua diversità da tutte le mostre che sono sorte negli ultimi decenni ne fanno un evento unico e allo stesso tempo, molto scomodo.
Come mai ha chiamato questa mostra di pittura con il nome Sveglia di pittura?
Innanzi tutto, bisogna partire dalla concezione che l’uomo del 2013 ha dell’arte e delle mostre. Noi siamo abituati ad andare a vedere delle mostre dove vengono esposte delle opere di un artista. Di solito abbiamo un presentatore della mostra che dice due parole di benvenuto, poi parla un critico approfondendo l’opera dell’artista ed in fine l’artista spiega alcune idee del suo lavoro. Poi si guardano le opere e si passa al rinfresco. Spesso i giudizi delle opere esposte si ferma su un banale “mi piace” o “non mi piace”. Al massimo, qualcuno che ne sa di più può valutare il lato artistico dell’opera, la sua fattura, la costruzione ecc..Finito, si esce dalla mostra uguali di prima, e  se ci è andata bene con lo stomaco pieno. Questa mostra porta un cambiamento radicale nell’ idea di “arte” che abbiamo, sospingendo lo spettatore ad un rigoroso confronto con essa. In questa Sveglia il critico non svolge più la mansione di fare una critica all’opera dell’artista, bensì ricopre l’arduo ruolo di ambientare lo spettatore a questa nuova concezione d’arte. Una volta introdotto lo spettatore, l’artista lo accompagna virtualmente attraverso un percorso che tocca vari punti su dove non si celi la felicità. Questo percorso tocca vari punti dove l’uomo cerca la sua felicità, la sua realizzazione e lo porta gradualmente ad un risveglio della sua consapevolezza. Da questo concetto hp adottato il nome “Sveglia di Pittura”, in quanto cerco di risvegliare l’anima dello spettatore. Alla fine del percorso, viene svelato e manifestato il mistero della felicità.
Scusi, ma da cosa vuole risvegliare l’uomo?
E’ molto semplice. Mi permettasi  fare delle domande ad una persona virtuale, così lo comprende da se. Lei ha una compagna? E’ sposato? Si, sono sposato da abbastanza anni. Ha dei figli? Si, ho tre bellissimi bambini. Mi permetta di chiederle se ha una casa? Si, anche se per il momento è ancora metà della banca, ma diciamo di si. Bene, Lei si sente realizzato o sente che le manca qualcosa? Umanamente questa persona dovrebbe essere felice ed in pace, giusto? Ha una casa, un lavoro che le permette di avere un mutuo, tre figli e una moglie che la ama, due auto, fa le vacanze d’estate e d’inverno, sua moglie lavora, ha una buona qualità della vita. Insomma, diciamo che è l’icona della persona felice. Invece? Anche avendo tutto questo, continua a cercare un qualcosa, non è pienamente felice, non si sente totalmente realizzato. Mi sbaglio? Sa perché non si sente felice? Pensa che le manchi qualcosa? Tu lettore, ti senti felice? Se si, beato te, ma se ti vedi senza speranza, senti che la tua vita non ha senso, oppure che il frutto delle tue lotte per guadagnare, per essere qualcuno, per cercare un po’ d’affetto non ti hanno dato nulla, ti invito seriamente a venire a vedere e ad ascoltare. 
Io con questa mostra, le porto Uno che vuole venire a risvegliarla da tutte le bugie che le hanno raccontato! Sa perché lei non è felice? Perché in queste cose non si trova la felicità! Non le dico altro, altrimenti le svelo in anteprima l’antidoto e le rovino la sorpresa.
Non ha paura delle conseguenze di una mostra del genere?
Che dire, se parlassi da me, ne dovrei avere di paura e anche molta. Ci sono forze che vogliono l’uomo ridotto in schiavitù, le quali non possono permettere che venga rivelata un notizia del genere e faranno di tutto per annientare questa opera. Inoltre, essendo una idea nuova, può risultare scomoda. Un esempio banale si può trovare nelle scarpe nuove. Le vediamo, ci piacciono, le proviamo e quando le indossiamo ci stanno scomode. Ci vuole un po’ di tempo affinché si adattino al piede e in questo tempo c’è il rischio che finiscano in ripostiglio per sempre. Oppure con l’auto nuova, la frizione ci fa sempre penare e ci vogliono un paio di chilometri per acquisire la giusta sensibilità. Sinceramente, spero che qualcosa risulti scomoda, perché vuol dire che la Sveglia agisce.  Io non parlo da me, ma sono solo lo strumento di un Padre, che vuole raggiungere i suoi figli. Non può sopportare le loro sofferenze e si inventa mille occasioni per curarli e confortarli. Questa mostra è solo uno strumento, ma la parola è di qualcuno più grande di me. Tutto quello che accadrà sarà sua volontà e questo è la mia pace.
Perché fa una mostra del genere?
Io sono uno di quelli che sono scappati da Dio perché sono rimasti scandalizzati dalla sofferenza. E’ successo, che quando mia madre si è ammalata di parkinsonismo, ho dato la colpa a Dio, sostenendo che o Dio non esiste oppure è un mostro che si diverte a giocare con le sue bambole. Non ne ho più voluto sentir parlare, i discorsi sull’amore di Dio mi parevano tutte buffonate, tutte cose inventate dai “preti” per soggiogare le persone. Allontanandomi da Dio sono caduto nel baratro del non senso della vita e per rimpiazzare il Signore sono stato costretto a ricercare la Vita in qualcosa che potesse sostituirlo. Droga, alcol, pornografia, musica, hobby, ecc ma in nulla ho trovato un qualcosa che mi riempisse, che mi desse la felicità, che desse un senso alla mia vita. Ho sofferto moltissimo specialmente il non senso della vita. Sono arrivato al punto che o mi ubriacavo o non riuscivo a sopportare la realtà, non riuscivo a sopportare me stesso, non riuscivo a sopportare il generale non senso dell’esistenza. Ero arrivato a bere ogni giorno, spesso anche più di una bottiglia di Martini e comunque mi riducevo in condizioni pietose. Non mi vergogno di parlarne, perché attraverso questa sofferenza Dio è passato nella mia vita. Il Signore con me è stato benevolo e mi ha donato di ritornare a Lui. Per questo oggi posso dire che la felicità sta solamente in Gesù Cristo! In nulla ho trovato l’amore che cercavo, nessuno mai mi ha amato come mi ha amato Cristo, neppure i miei genitori, nessuno mi ha mai accettato così come sono, neppure io mi accetto così come sono! Oggi l’uomo vive in un angoscia mostruosa e come potrei rimanere ozioso a guardare la gente morire? Uomini che vivono nel tormento del non senso della vita, che lottano per accaparrarsi beni dai quali sperano derivi la loro felicità e invece raccolgono solo sabbia. Per l’amore che ha suscitato in me verso queste persone, faccio questa mostra.

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