MYSTERIUM FELICITATIS
IL MISTERO DELLA FELICITA’
Vorrei
darvi soltanto alcuni brevi flash su questa mostra, affinché possiate vedere
con un altro occhio, affinché questi quadri non rimangano solamente delle tele
con sopra una materia colorata, per aiutarvi a vedere. Innanzi tutto questa non
è una mostra di opere sacre, non è una mostra di opere concettuali, ne tanto
meno una mostra shock. E allora che cos’è, vi chiederete? E’ una sveglia! Una
sveglia? Vedrete che le opere sono molto semplici, molto chiare, immediate. Se
andate nelle chiese romaniche, ma basta andare a San Marco, a Venezia, vedrete
che sulle pareti della chiesa ci sono dei mosaici stupendi. Questi mosaici
riprendono alcune scene bibliche, perché sappiamo che la gente di quel tempo
era analfabeta e la parola di Dio era scritta in latino; la gente capiva poco o
niente, ma guardando a questi mosaici percepiva la storia della salvezza e
capiva. Ora queste opere qui sono molto semplici, estremamente semplici,
affinché siano capite da tutti, dai dottori ai poveri, dagli studiati agli
analfabeti.
La
semplicità!
C’è
un aneddoto che vorrei raccontarvi su Claude Monet, il pittore impressionista
francese, quello che ha dipinto lo stagno delle ninfee, vi ricordate?. Allora,
cosa faceva? Si prendeva il cavalletto, la tela, lo zaino con i pennelli e i
colori e andava al Louvre. Il museo era pieno di accademici che copiavano i
grandi quadri dei maestri, chi a gruppetti, chi da solo, ma lui no, non si
fermava dinanzi a nessun quadro. Vediamolo mentre cammina con passo sicuro
attraverso questi grandi corridoi coperti da opere eterne e molti ragazzi
dell’accademia si girano a guardarlo parlottando tra di loro...”chi sa cosa
va a copiare quello lì ”. Monet passa davanti ad un grande dipinto di
Théodore Géricault, “La
zattera della medusa” (Le Radeau de la Méduse ), simbolo del romanticismo francese,
pieno di “accademici” tutti in estasi a copiare e i ragazzi al vederlo passare
pensano..”questo si ferma a
copiare di sicuro il maestro Géricault”, ma Monet va avanti. Arriva in fondo al ampio
corridoio, si mette sulla finestra, appoggia lo zaino, monta il cavalletto, ci
mette sopra la tela e poi sapete cosa fa? Copia quello che vede fuori dalla
finestra del Louvre!
Questo è quello che faccio io, mi
metto sulla finestra e copio quello che vedo fuori, copio l’uomo; meglio, mi
metto sulla finestra dell’uomo e copio la sua anima. Alcuni diranno…ma queste
sono solo opere terrificanti mentre io sono anche felice, gioioso ecc. Vi siete
mai chiesti il perché, quando c’è un incidente la gente si ferma a guardare? I
guardoni, i curiosi? Mi è capitato ultimante che una vecchietta si è aperta la
fronte sul tubo di ferro di una transenna è tutti lì ad aiutarla, ma in realtà,
usavano il “voler aiutarla” per vedere il sangue, per vedere la scena
terribile. In piazza Oberdan, a Trieste, un ragazzino si è schiantato con il
motorino sotto ad un mini bus e intorno c’era una folla di gente, a guardare, a
commentare, come se ci fosse un concerto! Oppure gli omicidi che fanno notizia
per mesi, perché? Perché la gente ha bisogno di vedere la sofferenza? Perché la
gente poi vuole cancellarla, nasconderla, sfuggirla? Ve lo siete mai chiesto?
Di solito, noi non vogliamo vedere i nostri fallimenti, i nostri dolori e
allora….? è meglio guardare quelli degli altri.
Questi quadri sono come degli specchi, sono il riflesso di quello che
molte volte abbiamo nell’anima. Ad esempio, ci sono persone eleganti, con modi
“distinti”, che visti dal di fuori sono perfetti, ma molto spesso il loro cuore
è pieno di morte, di dolore, di non senso della vita. E la sofferenza non è un
prato di margherite! Non posso dipingere la tua angoscia raffigurandola come un
campo di grano in toscana, con magari qualche papavero, un bel cielo azzurro e
un paio di rondini….ti mentirei!! Accetta la tua realtà, la realtà dalla quale
fuggi! Molti uomini vivono come in un’ ampolla di vetro, rinchiusi nelle
segrete del castello che si sono costruiti attorno. Per queste persone il mondo
non esiste, esiste soltanto la loro realtà, i loro problemi, le loro
sofferenze. Non se ne accorgono, non lo fanno apposta o con cattiveria, ma è
così. Tutto ruota attorno a loro e tutto e’ in funzione di loro, l’altro non
esiste, anzi…l’altro fa paura!! Un altro individuo che si relaziona con te
sicuramente vorrà qualcosa da te, per cui tu dovrai uscire dal tuo castello
oppure lui dovrà entrarci. E cosa succede se “lui” entra nella tua vita? Che tu
dovrai fare spazio a qualcun’ altro nel tuo maniero. E’ qui il problema! Se
tutto ruota in funzione di me, non posso permettere a qualcun altro d’entrare
nella mia vita, altrimenti io non sarei più il centro d’essa! L’unico maniera
per poter far entrare l’altro nella tua vita, l’unico modo per cui si possa
relazionare con te è che “l’altro” ruoti attorno a te. Se l’altro non ruota
attorno a te, cioè se non fa la tua volontà, non fa quello che vuoi tu...deve
essere espulso immediatamente dalla tua vita: la scusante sarà “incompatibilità”. E allora ecco
che scatta la paura! Tu oggi hai paura dell’altro? Oggi hai paura del domani?
Se hai paura ascolta, perché al tuo inferno c’e’ una via d’uscita!
L’uomo non e’ fatto per vivere per
se stesso e quando lo fa, soffre. Allora deve cercare di costruirsi attorno una
realtà borghese, senza troppe ansie, sofferenze, problemi e vivere tutto con
distacco, perché non riesce più a sopportare la realtà. E qual è la realtà? Che
tu non sei stato creato per vivere per te stesso! Sapete dove si può osservare
distintamente questo fenomeno dell’alienazione dalla realtà? Un esempio e quello
di presone che se vedono un incidente non provano quasi nulla, ma se lo vedono
per televisione scoppiano in lacrime! Vi ritrovate? Perché questo fenomeno, vi
chiederete? Perché devono filtrare la realtà, non posso sopportarla così com’è!
Ma la visione dell’incidente reale, con il suo carico di orrore e dolore, li
scuote dal torpore e li fa toccare per un secondo la vita, quella reale; ecco
il perché di molti curiosi!
Alcuni soldati, durante la prima
guerra mondiale, di ritorno dalle trincee del carso, ritornavano a casa
trasfigurati. Molti arrivavano dalla loro realtà borghese, del dolce vivere e
si ritrovavano catapultati in trincea, a convivere con i cadaveri, a patire
cose inenarrabili, ad essere di continuo in pericolo di vita; bene, quando
ritornavano a casa, quei pochi fortunati, non si trovavano più, erano smarriti,
non appartenevano più a quel mondo!
Allora cominciamo, entriamo in
questa trincea colma di membra umane, di ferro, di reticolati divelti, di
fango, colma di disgusto.
Allora iniziamo. Cosa vuole l’uomo?
Oggi cosa vogliamo, noi che siamo qua? L’uomo vuole essere felice. Essere
felice! Possiamo dire che l’uomo ha una vocazione alla felicità. La catechesi
del mondo ci insegna che per essere felici bisogna avere molto; più si ha e più
alta sarà la probabilità di essere felici, per cui, per comperarci la felicità
ci serviranno un mucchio di soldi!
Non c’è cosa al mondo che non possa
essere comperata, tranne l’amore e la felicità, ma l’uomo vive nella menzogna
che con il denaro può comperare tutto. Ecco allora che iniziamo con questo
primo quadro. Chi non vorrebbe avere tutti questi soldi? I pezzi da 200 euro
sono scomodi come quelli da 100 ma quelli da 50 sono la banconota giusta per
l’uomo medio. Quando la “spezziamo”, molto spesso ci restano due da 20, magari
una da 5 e anche moneta! Che banconota magnifica quella da 50 euro!! Io ambirei
ad avere la borsa piena di cinquantoni e comperare, fare shopping, spendere e
spandere, comperare tutto quello che desidero. Perché? Perché penso che, più ho
e più sarò felice! Ripeto: PIU HO = PIU FELICITA’. Questa è una bugia radicata
profondamente nell’uomo, l’avere. Più possiedo, più denaro, più case, più
donne, più di tutto e più sarò felice. Ma guardate questo uomo qui. Lui pensa
che la vita sta nel denaro e guardatelo adesso, morto. Ho visto questo uomo in
giacca e cravatta, con un abito costosissimo, tutto pulito e distinto, bere il
caffè al banco di un bar, in via San Nicolò. Entro nel locale, ordino un caffè
e intravedo il riflesso del suo viso sullo specchio che stava dietro al
bancone: era un cadavere. Morto! Bevo il caffè, pago ed esco a fumarmi una
sigaretta prima di ritornare in ufficio, poi esce anche lui e sale su una
Maserati coupè da sogno, con la faccia da cadavere. Guardandolo andare via su quell’automobile
stupenda, ho pensato che se avessi tutti i suoi soldi sarei sicuramente felice
24 su 24, ma è una menzogna! I soldi non danno la felicità. E perché? Perché i
soldi sono solo dei pezzi di carta colorata, dei piattini di metallo con sopra
inciso un numero. Non siamo mica
così cretini da pensare che la nostra felicità dipenda da quanti pezzi di carta
o piattini di metallo possediamo? Impossibile! I quattrini ci servono per
comperarci la felicità, ma dato che è risaputo che la felicità non si può
comperare, allora ecco che è palese che la vita non stà nel denaro.
I
soldi ci servono per essere dio della nostra vita, per comprare un qualcosa che
possa lenire il nostro non senso della vita!
So che è dura da accettare, ma
abbiamo fatti eclatanti che lo confermano, basta guardarsi attorno. Persone che
possiedono miliardi e non sono felici, anzi sono nella morte!
Allora cosa dà la felicità? Il
lavoro, la carriera! Guardate questa persona qua. Sono ormai tanti anni che
lavora in ufficio, nell’archivio, fa straordinari, lavora con dedizione, non ha
una vita all’infuori dell’ufficio, ma è profondamente infelice. Guardatelo come
urla di dolore, poveretto. Lui pensava di trovare la sua felicità nel lavoro,
nella carriera, di trovare un senso alla sua vita, ma non l’ha trovato e
adesso, che ha buttato via i suoi anni, si ritrova da solo nell’archivio ed è
internamente morto! Morto!! Deceduto. Al posto della felicità, che pensava di
trovare nel realizzarsi con il lavoro, ci ha trovato la morte. Ci sono persone che
arrivano a dirigere aziende e amministrazioni, che occupano posizioni di
potere, ma alla fine, dopo una vita di sacrifici si sentono come se non
avessero raggiunto niente, come se non possedessero nulla, perché in realtà non
hanno nulla all’infuori di un stipendione e di gente che li tratta con
riguardo. Ogni giorno sui giornali si sente parlare di persone che occupano
posizioni di potere che rubano, si danno alle droghe, a orge, fanno cose
impensabili…tutto perché pur avendo soldi e potere, alla fine non hanno trovato
la realizzazione, non hanno trovato la felicità!
Allora se la felicità non stà nel
denaro e non stà nella carriera…dove stà? Chiediamolo a lei. Guardate questo
quadro qui, c’è una ragazza biondina che lavora alla cassa del supermercato, passa
la spesa sul nastro. Pensate, lei ha studiato per fare l’avvocato, la sua
grande passione da quando era bambina, ha dato tutta se stessa per lo studio!
Una vita passata a vivere per raggiungere
un sogno e adesso, deve sopravvivere lavorando in un supermercato,
sorbendosi tutti i turni fino alle 21, lavorando tutti i sabati sera e tutte le
domeniche mattina. Si sente una fallita, ha una ferita profonda nell’anima e la
sua vita non ha più senso. Di colpo, i suoi sogni si sono scontrati con la
realtà e la sua vita è crollata. Pensava che studiando avrebbe raggiunto la sua
realizzazione, la sua felicità e invece eccola qua, nell’angoscia a lavorare
alla cassa. E’ tremendo vederla così, una persona che ha perso il gusto di
vivere, una persona che non ha più speranza. Molte persone vivono talmente
distaccate dalla realtà, dalla vita reale, che quando per varie cause ci
rientrano, rimangono atterrite, si ritrovano in un mondo che non conoscono, ma
che era sempre attorno a loro. Come dicevo più su, si sono costruite attorno un
castello e si sono rinchiuse nella torre. Un bel giorno il castello crolla e
questi poveretti non sanno più dove si trovano, che senso abbia la loro vita,
che cosa ci facciano in questo mondo.
Le proiezioni! Tutti noi abbiamo
proiezioni sulle nostre vite, sul futuro, sulle nostre famiglie, sui nostri
figli, ecc….poi succede che la realtà si dimostri ben diversa da come l’avevamo
progettata e di colpo si precipita nel dolore, nello smarrimento, nel non senso
della vita.
E allora dove stà la vita, la
felicità? Se non sta nei soldi, nel lavoro, nel raggiungimento di un
obiettivo….allora dove stà? Forse sta nella salute? Vi racconto un aneddoto su
questo quadro qui. Ero a Strasburgo con David Lopez, ad affrescare la cappella
della chiesa di Saint Antoine e una domenica per farci staccare un po’, il
parroco ci portò a Ronchamp a vedere la chiesa di Notre Dame de Haut, disegnata
dal Corbusier. Guardammo la chiesa un paio d’ore e verso le quattordici
scendemmo in paese a mangiare. Troppo tardi, tutto chiuso. Era aperto solo un
Kebab. Questo locale aveva una grande finestra con una vista bellissima sulla collina dove sorgeva la
cappella. Ad un certo punto passa una donna anziana, bassa, con un cappotto
scuro, che sosteneva un ragazzo portatore di handicap, alto e magro. Era
febbraio e in Alsazia fa molto freddo. Questo ragazzo dal volto scavato, con i
capelli rasati, fortemente handicappato ad un certo punto mi fissa. Io ho visto
in quel volto deformato una pace e una docilità che non ho mai visto in nessun
altro volto. Ho pensato: ma come è possibile che un ragazzo che sta soffrendo
in questo modo, che umanamente non ha senso di vivere, che non potrà mai vivere
la sua vita, possa avere una tale quiete? Allora forse la pace, il benessere
non vengono dalla salute? Ci sono molte persone sane che sono totalmente
infelici, che del loro corpo giovane e sano non sanno che farsene. Il fitness, il wellness! La verità è che
se il tuo cuore non ha la pace, ne la salute ne tutte le tecniche di auto
training te la doneranno. Per non soffrire cosa ci dice il mondo? Alienati!
Devi essere equilibrato! Non devi vivere a pieno, altrimenti potresti soffrire!
Vivi solo ciò che ti rende felice, il resto escludilo dalla tua vita. E sapete
cosa succede a questo punto? Che non si vive più!!
E allora dove stà questa felicità?
Francesco Lukarich, dov’è!?!
Molto dipende dal nostro rapporto
con la realtà, con quello che ci circonda. Ad esempio guardate questo quadro
qui: c’è una famiglia, marito, moglie e figlio. Guardate il viso di questa
donna, così triste e afflitto. Ma cosa avrà? Ha un marito e ha un figlio,
dovrebbe essere umanamente realizzata, eppure c’è qualcosa che non va. Ho
notato che chi non ha figli vorrebbe averne, chi ne ha uno è angosciato perché
ne vorrebbe due, chi ne ha due non ne po’ più e non ne vorrebbe altri e così
via. Perché? Perché se cerchi o pensi che la tua felicità si trovi nei figli ti
sbagli di grosso. Proietti su di loro le tue nevrosi, i tuoi problemi e questi
nuovi esseri viventi diventano la tua riserva d’amore. Un dispensa d’amore a
cui attingere. E poi vengono fuori dei “mostri”, schiacciati dai genitori,
incapaci di vivere, di relazionarsi. Ragazzi che non vengono lasciati liberi di
crescere per paura di perdere questo prezioso “deposito d’amore”! I mammoni
sono la conseguenza della folle ricerca d’amore dei loro genitori!
Ma allora, caro Francesco, ci deve
essere pure un posto dove si trovi la felicità!
Allora, di sicuro la vita, la
felicità stà nel piacere, nel sesso, nella lussuria! Chi fa tanto sesso
sicuramente vive più sereno, anzi prima si inizia e prima si raggiunge la
pienezza!! Chiediamolo a lui, a questa persona su questo quadro rosso.
Guardatelo bene, non schifatevi, non vergognatevi! Questo uomo vive nel
tormento; il mondo di lussuria che si è creato per sopravvivere al nonsenso
della vita, alla solitudine, al disprezzo di se stesso, poco a poco gli ha
ucciso l’anima. Questo è il punto più profondo, più intimo della persona; la
sessualità nell’uomo non è una passeggiata. L’uomo per essere felice ha bisogno
di essere amato e nell’amore umano trova l’impronte di quell’amor Divino a cui
anela. E la sessualità è la massima forma d’amore, di donazione. Come dicevo
poco prima, l’uomo deve donarsi per essere felice. Qui troviamo la massima forma,
la più esplicita, la più vera, del bisogno di colmare la voragine che l’uomo ha
dentro di se. Ma l’amore, la sessualità
viene usata come un oggetto, in una dimensione egoistica per colmare
quella cavità buia che abbiamo nel profondo del nostro cuore. Tutto per me, il
piacere per me, gli averi per me, tutto per colmare il mio vuoto, la mia
insoddisfazione, per provare un momentaneo sollievo. Ci sono persone che basano
le loro relazioni sul sesso, quando finisce il desiderio cambiano partner e via
così, sempre alla ricerca di qualcuno, di qualcosa, che appaghi la loro
tristezza, la loro solitudine, che colmi il loro vuoto. Vedete quella mano che
viene da sinistra? E’ il demonio che continuamente ti fa vedere false
necessità, false prospettive di felicità, di vita. Ti dice: se farai questo o
quello, sarai felice! Allora cosa aspetti, masturbati, guarda ore e ore di
pornografia, fai sesso come un cane ecc… Ma quando ti risvegli, dopo che sei
caduto in questa voragine, quando lei / lui se ne và perché ha bisogno di
cambiare partner, perché fare sesso con tè ormai è una routine, una noia, come
ti senti? Morto! Di nuovo insoddisfatto, ti accorgi che la vita non ha senso e
ti ritrovi profondamente ferito, incurabile. E allora cosa fare? Masturbati di
nuovo, che questa volta ti appagherai per davvero. Ma cadi ancora di più in
questa melma, in questo fango che ti attanaglia e poco a poco, il senso della
vita, il gusto di vivere, scompare da te. E guardate cosa succede! Guardatevi!!
Vi rispecchiate in questi quadri? Accettate quello che vedete? Vi rendete conto
che avete cercato la vostra felicità in cose che non danno la felicità? Che
avete cercato la vita negli oggetti, che appoggi la tua vita su dischi di
metallo con sopra un numero o fogli di carta colorati? Foglietti di carta
colorati come quelli del monopoli!! E allora questa felicità dove stà? Perché
fare un mostra del genere? Francesco, a cosa serve questa mostra?
Questa mostra serve a risvegliarvi,
serve a dirti che la felicità, che la vita, non stà nelle cose, non stà nel
denaro, non stà negli affetti, non stà neppure nel coniuge e nei figli! E
allora dove sta, questa felicità? Guai a me se non ve lo annunzio, se non vi
annunzio la verità! La vita stà in Cristo Gesù! Scandalo!!!! Si, la vita sta
solo in Gesù Cristo, il figlio di Dio! Ora immagino che molti penseranno…ma
cosa dice questo deficiente, come si permette di dire una cosa simile? Non mi
importa cosa pensiate, non posso non dirvi la verità! E come se vi viene un
tumore al cervello, iniziate ad avere emicranie e a svenire, a perdere sangue
dalle orecchie, a delirare. Andate dal medico e questo vi dice che molti
svengono, che è una cosa naturale, vi da un paio di pastiglie per l’emicrania,
e per il sangue dall’orecchio? Tranquillo, è legato all’emicrania! Per il
delirio, cosa vuole, tutti siamo liberi di andare fuori di testa, viviamo in
una società moderna. E poi un giorno ti ritrovi disteso in una bara.
Io sono uno di quelli che sono scappati da Dio
perché sono rimasti scandalizzati dalla sofferenza. E’ successo, che quando mia
madre si è ammalata di parkinsonismo, ho dato la colpa a Dio, sostenendo che o
Dio non esiste oppure è un mostro che si diverte a giocare con le sue bambole.
Non ne ho più voluto sentir parlare, i discorsi sull’amore di Dio mi parevano
tutte buffonate, tutte cose inventate dai “preti” per soggiogare le persone.
Allontanandomi da Dio sono caduto nel baratro del non senso della vita e per
rimpiazzare il Signore sono stato costretto a ricercare la Vita in qualcosa che potesse
sostituirlo. Droga, alcol, pornografia, musica, hobby, ecc ma in nulla ho
trovato un qualcosa che mi riempisse, che mi desse la felicità, che desse un
senso alla mia vita. Il Signore con me è stato benevolo e mi ha donato di
ritornare a Lui. Per questo oggi posso dire che la felicità sta solamente in
Gesù Cristo! Nessuno
vuole dire e nessuno vuole sapere la verità, ma c’è poco da fare, se
ricerchiamo la nostra felicità, la nostra realizzazione nelle cose o
nell’essere qualcuno, ahimè, siamo da compatire, perché cercheremo in eterno senza mai trovare che
sabbia. Cristo vede la tua insoddisfazione, vede che non hai speranza, che ti
senti solo e abbandonato, che ti fai schifo, che non c’è la fai, vede! Ma per
il mistero della libertà ti lascia libero. Oggi sei libero di credere che la
vita stà in Cristo e anche di non crederlo. Oggi grida al cielo: O Dio vieni a
salvarmi!! Signore vieni presto in mio aiuto!! Se non credi, non ti arriverà un
fulmine dal cielo per punizione, nessuno ti costringerà a credere e Dio non ti
castigherà con qualche sciagura! Ma se oggi accetti questa notizia, se oggi
accetti che Dio ha inviato suo Figlio per salvarti, che Cristo è morto sulla
croce per i tuoi peccati e che Dio lo ha resuscitato, allora nascerà in te il
germe della vita eterna! Perché alla tua vita da schifo, all’inferno in cui
vivi, c’è una via di salvezza e quella via è Gesù Cristo. La felicità che oggi
cerchi, il senso di benessere che speri di trovare facendo questo o quello, la
realizzazione della tua vita sta in Cristo! Guardate questo crocefisso. In
questo crocefisso è racchiuso il mistero della tua felicità! Questo uomo appeso
a questa croce…questo Gesù di Nazareth….questo uomo è Dio! Se oggi ascolti e lo
accetti, la vita entra in te, quella vera e tutto inizia ad avere un senso! Non
è una magia, è un incontro con una persona. Allora ti si apriranno gli occhi e
vedrai che nei soldi c’è la felicità,
che sono solo uno strumento e non ti affannerai più per riempirti il
portafoglio di carta colorata e piattini di metallo! La vita non ti verrà più
dall’ avere o non avere denaro, dal comandare o no, dal lavoro, dai sogni, ma
ti verrà da Cristo! Potrai essere anche un milionario o un presidente, oppure
un povero e mendicante, ma conscio che la tua vita non dipende da ciò che hai,
ma dipende da Dio vivrai in pace. Spero che questa mostra via aiuti a rientrare
nella verità della vostra vita e della storia. Che il Padre vi ricolmi del suo
Santo Spirito, il quale vi testimoni la Verità.
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